venerdì 3 maggio 2013

FABBRI

Ebbene si...confesso il mio peccato!Se manca la pasta sulla mia tavola,non mi sento soddisfatta!!!!Adesso che cominciano i primi caldi,mi sento ripetere dalla mia famiglia :"ma dai,non fare la pasta,che fa caldo"!ma io tengo duro,perche' per me un pranzo senza pasta,non e' pranzo!Sara' perche' ho una cultura meridionale,sara' perche' sono cresciuta con questa tradizione...ma io....senza pasta,non ci so stare!!!!Quindi, quando oggi mi sono vista recapitare un bel pacco dalla Fabbri,potete ben immaginare la mia soddisfazione...tutti quei bei formati di pasta in bella mostra!Peccato che avevo gia' terminato il pranzo altrimenti l'avrei degustata gia' da oggi....ma domani,non manchero' di preparare qualche buon sughetto per condire qualche specialita'!Adesso vi parlero' un po' di questo antico pastificio, situato a 10 km da Firenze,(citta' che io adoro)...pensate che e' nato nel
lontano1893.
Sono passati più di 100 anni da quando Giovanni Fabbri, in quel piccolo borgo nel cuore del Chianti, iniziò a produrre pasta.
Iniziando così, come si iniziavano le cose allora: un'idea, pochi mezzi a disposizione e tanta, tanta passione.
Dopo 4 generazioni, è naturale che tante cose siano cambiate anche nel Pastificio Fabbri...

...eppure è rimasta intatta quella passione!
La passione per il prodotto "ben fatto", preparato con semola di ottima qualità ricavata da grani selezionati e perciò ricca di glutine.
Un prodotto lavorato con stampi in bronzo e quindi ruvido e "disponibile" al condimento.
Essiccato a bassa temperatura e dunque non alterato nelle sue qualità organolettiche.

C'è un'altra cosa ancora che non è cambiata: chi va oggi al Pastificio Fabbri, trova (come allora) un Giovanni che, per prima cosa, lo porta a vedere distese di tagliatelle, penne e spaghetti che asciugano piano piano, lentamente, senza fretta... proprio come 100 anni fa!


LA STORIA: ORIGINE E DIFFUSIONE DELLA PASTA
Etruschi, Greci, Romani, Cinesi, Arabi... questi (e altri ancora) sono i popoli ai quali viene attribuita la paternità della pasta.

È probabile, in realtà, che molti popoli antichi che utilizzavano il grano, abbiano trovato autonomamente un modo semplice ed efficace per conservare a lungo il cereale: impastarlo con acqua, ridurlo in formati opportuni ed essiccarlo.

Si pensa che "pasta" sia un nome di origine greca (che significa "farina mista ad acqua"), ma è certo che già gli arabi utilizzavano questa tecnica per conservare la farina di grano nei loro viaggi attraverso territori desertici.
Descrizione di un cibo molto simile a ciò che oggi intendiamo per "pasta", la troviamo presso Orazio, ma già in precedenza (III secolo a.C.) se ne parla nella letteratura greca e, ancor prima, raffigurazioni funebri etrusche mostrano strumenti per la lavorazione della pasta.
Più leggenda che storia sembra invece l'origine cinese, avvalorata dai racconti di Marco Polo, ma inconsistente se riferita alla pasta essiccata che noi intendiamo come "pasta".

Comunque sia la pasta è un prodotto italiano, tanto da essere sinonimo diItalia e piatto nazionale dei suoi abitanti: la sua diffusione all'estero inizia nel Settecento e nell'Ottocento.
A quell'epoca è già abbastanza conosciuta ed apprezzata inInghilterra e, nell'"Encyclopédie" di Diderot e D'Alembert, troviamo la descrizione di un torchio per la produzione di pasta lunga.
Goethe, nel suo "Viaggio in Italia" descrive la notevole diffusione dei "maccheroni", mentre la diffusione in America, invece, sarà successiva e legata agli italiani emigrati.
Bisogna però arrivare all'Ottocento ed alla Rivoluzione Industriale, per assistere all'introduzione di una progressiva meccanizzazione nella produzione di pasta: gramole e torchi sempre più progrediti si diffondono nei "pastifici".

Gli stampi in bronzo, allora come ancora oggi, vengono fabbricati nelle officine meccaniche di Pistoia.
Alla fine dell'Ottocento nascono e iniziano a prosperare varie "botteghe", tra le quali il Pastificio Artigiano di Giovanni Fabbri, a Strada in Chianti..
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IL PASTIFICIO FABBRI A STRADA IN CHIANTI

E' qui che la semola viene lavorata con una pressa costruita a Pistoia negli anni '60.
Una macchina enorme che impasta e trafila lentamente la semola
senza mai superare la temperatura di 38°.
Questa temperatura non viene superata mai nemmeno nella fase dell'essiccazione,
che avviene in piccole celle, e che richiede dai 3 ai 6 giorni di tempo.
Adesso vi mostro quello che il pastificio Fabbri mi ha gentilmente omaggiato per testarlo:
E voi avete mai assaggiato questa pasta???Per ulteriori informazioni vi consiglio di collegarvi al loro sito :http://www.pastafabbri.it/index.html

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